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IL DANTE
Bollettino informativo mensile dell’Associazione Dante Alighieri di Cipro |
Anno: 1 Numero 3/2025 Nicosia (CY) 29 Agosto 2025
Direttore responsabile: Consuelo Ballarino
Redazione: Arturo Buzzat – Franco Romanini
DANTE INFORMA
DANTE ALIGHIERI – COMITATO di CIPRO – MANIFESTAZIONI … E NON SOLO
LA DANTE RIPARTE ( Jelena Sajinovic )
Dopo la pausa estiva ripartiamo con i nostri corsi.
Dalla seconda settimana di settembre iniziano i nostri corsi intensivi online, rivolti agli adulti e giovani adulti. Offriamo i i livelli: A1, A2 e B1
Inoltre iniziano i nostri corsi per bambini e adolescenti a Nicosia. Quest’anno i corsi si terranno nella nostra nuova sede, preso la scuola Terra Santa College, a Nicosia.
Offriamo i i livelli: A1 per i bambini e A1 Ado per gli adolescenti e B1/B2 per gli adolescenti.
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Dal 13 di settembre inizierà anche il nostro corso per bambini italofoni a Nicosia.
Siamo molto orgogliosi di essere unici nell’isola e di offrire un corso simile ai nostri piccoli connazionali.
Il corso si terrà il sabato dalle 09:00 alle 10:30, preso la scuola Terra Santa College, a Nicosia.
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Proponiamo inoltre corsi individuali per tutte le esigenze di apprendimento della lingua italiana e i corsi per la preparazione per gli esami PLIDA.
Volete saperne di più?
Click sul link: https://dante.org.cy/plida/main/
Il Comitato di Cipro è un centro certificatore per gli esami PLIDA, che vengono organizzati diverse volte all’anno, seguendo il Calendario della Società Dante Alighieri di Roma.
Aiutateci a diffondere la cultura e la lingua italiana.
Qui troverete il Calendario academico 2025/2026: https://dante.org.cy/courses/linguals/2025-2026
CHE FACCIAMO A CIPRO NEL MESE DI SETTEMBRE
Settembre è un mese ricco di manifestazioni a Cipro. Il clima inzia ad essere più mite e fioriscono iniziative in ogni città. Ne abbiamo selezionate tre per i nostri lettori.
Festival di Afrodite di Paphos: Opera sotto le stelle
Per chi è attratto dalle arti, il Festival di Afrodite di Paphos offre qualcosa di straordinario.
Con lo sfondo del Castello di Paphos, sul porto, questo evento si svolge all’inizio di settembre e offre spettacoli lirici di livello mondiale. L’atmosfera all’aperto, unita alla brezza mediterranea, crea un’esperienza indimenticabile.
Kypria International Festival: un mosaico culturale
Da settembre a ottobre, il Kypria International Festival mette in mostra le arti performative in tutta Cipro. Produzioni teatrali, spettacoli di danza, concerti e mostre d’arte si svolgono in città come Nicosia, Limassol, Larnaca e Paphos. Questo festival mette in luce i diversi talenti artistici provenienti da Cipro e da altre parti del mondo, trasformandosi in un polo culturale durante i mesi di fine estate.
26 settembre 2025 – h.18.00: Isnot Gallery – Odysseos 11, 1017 Nicosia. Le Modalità e le Differenze: Mostra Collettiva di Artisti Ciprioti.
NEL MONDO DELL’ARTE A CIPRO UN INCONTRO INTERESSANTE: UMIT INATCI (Consuelo Ballarino)
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Ci sono degli incontri che cambiano la tua vita per sempre…
In un affascinante caffè culturale di un amico di Nicosia, all’ombra di un giardino interno, conosco casualmente un artista: Umit Inatci.
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Nasce una simpatica conversazione, scopriamo di avere amicizie comuni. Umit ha studiato a Perugia proprio a 40 km da Gubbio: la citta della mia famiglia.
Dopo un anno c’incontriamo in Italia, parliamo di progetti e il momento è arrivato! Il 26 settembre, a Nicosia, presso Isnot Gallery, Umit ha riunito 6 artisti che hanno studiato all’Accademia di belle arti Pietro Vannucci di Perugia per una mostra intitolata: Le modalità e le Differenze.
Il nostro Comitato di Cipro sarà uno degli sponsor insieme ad Athlos House.
È una mostra singolare: gli artisti non riflettono su un concetto comune ma si esprimono liberamente. Cosa li unisce? La stessa esperienza di partenza: hanno studiato tutti nella stessa Accademia: nelle loro vene scorre arte italiana.
Sono diversi, si esprimono in maniera diversa, fanno arte in maniera diversa esprimendo una intellettualità diversa ma sono riuniti in questo interessante progetto artistico Umit Inatci, curatore della mostra, è un artista poliedrico: pittore, poeta, scrittore, curatore e critico d’arte. Ha realizzato 48 mostre personali e partecipato a 96 mostre collettive in tutto il mondo: dall’Italia all’Iran, dalla Cina al Kosovo agli Emirati Arabi. Ha vinto una medaglia d’oro nel 1993 come miglior artista della Biennale di Sharjah. I suoi lavori sono conservati nei musei e nelle istituzioni pubbliche e collezioni private di tutto il mondo. Ha scritto oltre 40 libri di argomenti diversi: arte, letteratura e poesie pubblicati in diverse lingue.
Umit Inatci è considerato un moderno sciamano, un primitivo del futuro: un ponte artistico tra arcaico e contemporaneità.
Sarà una mostra interessante a cui non mancare.
LA PAGINA DELLA CULTURA
OMAGGIO AL SOMMO POETA
(Dante Alighieri parte 2^)
Dopo aver scoperto la modernità dantesca in uno dei più bei canti dell’Inferno, saliamo nel Purgatorio.
Troveremo anche qui qualche cosa che ci parla dell’oggi?
Scopriamolo insieme
2)
Nei primi secoli del pensiero cristiano l’atteggiamento prevalente verso la cultura classica era stato negativo (il monaco e cardinale Pier Damiani contrapponeva la semplicità di Cristo alla favole menzognere e agli ingegnosi argomenti degli autori pagani).
Da un atteggiamento di condanna si passò poi all’estremo opposto, cristianizzando gli autori classici, fino ad affermare che Virgilio era detentore di poteri occulti e addirittura profeta di Cristo.
Nei secoli XIII e XIV fu riscoperto Aristotele, considerato come la massima espressione del sapere umano non illuminato dalla vera religione.
Il tentativo di conciliare il pensiero di Aristotele con il cristianesimo trova il suo culmine in Tommaso D’Aquino (1225 – 1274), che afferma che la ragione è uno strumento essenziale per la conoscenza delle realtà naturali e soprannaturali e che essa non contraddice in nessun modo la fede e la rivelazione cristiana.
Nell’infinito ordine dell’universo ogni cosa ha un posto ben definito che ha in Dio la sua ragione suprema. Compito della conoscenza è ricostruire quest’ordine, in un cammino graduale verso quell’intelligenza perfetta che è Dio.
Guardato inizialmente con sospetto da parte della gerarchia, l’adattamento del pensiero di Aristotele ai dogmi del cristianesimo operato da Tommaso diverrà, con il trascorrere del tempo la filosofia ufficiale della chiesa cattolica. In questa chiesa, ma a ben guardare non solo in essa, uno degli aspetti più qualificanti della religiosità è la preghiera.
È di lei che vogliamo ragionare proponendovi uno dei tanti momenti di riflessione sulla contemporaneità che emergono dal Purgatorio dantesco, seconda puntata, per così dire, del nostro percorso letterario.
Ci troviamo nel canto VI del Purgatorio.
Dante, alla stregua del vincitore che si difende dalla calca, dando retta un po’ a tutti e porgendo a tutti la mano si ritrova attorniato dalle anime dei morti per forza.
Dà ascolto ora a questo, ora a quello e da loro si allontana promettendo. Tra queste anime ci sono l’Aretino, che fu ucciso da Ghino di Tacco, Guccio de’ Tarlati che morì annegato, Federico Novello e il pisano che fece sembrare forte il padre Marzucco; e ancora ci sono il conte Orso degli Alberti, Pierre de la Brosse, l’unico del gruppo dei morti di morte violenta che non appartenga all’esperienza di Dante o a vicende italiane, ma sia desunto dalle cronache del tempo. Sostiene di essere stato ucciso per invidia e non per colpa e che per questo Maria di Brabante, da lui accusata di aver avvelenato il figliastro, dovrebbe pentirsi per evitare di finire tra i dannati.
Libero dall’accerchiamento delle anime, Dante conversa con Virgilio, che prova a spiegargli l’efficacia della preghiera. Di fronte alle perplessità del fiorentino lo esorta a non tenersi il dubbio e ad attendere più profonde spiegazioni da parte di Beatrice.
L’incontro con Sordello da Goito, che secondo molta critica non è chiaro a quale gruppo di anime appartenga, dà a Dante il là per pronunciare la famosissima invettiva sull’Italia.
Il fatto accade in seguito all’avvicinarsi di Virgilio a uno spirito che, con atteggiamento altezzoso, se ne sta in disparte da tutti. Sollecitato a farlo dallo stesso Spirito, Virgilio gli rivela di essere mantovano come lui, Sordello, così si chiama “l’altezzosa” anima, si presenta come compatriota del suo interlocutore; e il fatto spinge Dante all’invettiva.
Individuare l’attualità di questo Canto nell’invettiva e quindi nella situazione complessiva dell’attuale Paese Italia, riteniamo sarebbe cosa assolutamente naturale e del tutto normale.
Perché se andassimo in profondità, ovviamente con i distinguo che il passare del tempo ci permette di fare, dopo lunghi ed articolati discorsi sarebbero sicuramente in tanti a riconoscere al Sommo Poeta di aver raccontato assai bene anche del nostro tempo.
Per questo semplice motivo ci asteniamo dal ragionare d’Italia e, cosa che vi abbiamo già anticipato, rivolgiamo la nostra attenzione su un diverso argomento, sicuramente attuale ancor oggi e nel canto molto ben posto in rilievo: la preghiera.
Nicola Di Mauro con riferimento alla preghiera ha scritto che lei, nel suo significato più diretto e profondo, contestualizza un rapporto con il trascendente, una relazione con il divino, un’empatia con il mistero, un incontro personale con un Tu, un appuntamento con Dio, che si esprimono secondo modalità e percezioni diverse. Diventa, allora, la preghiera, un’occasione privilegiata in cui si consente di fare spazio nel proprio cuore, nella propria anima, nella propria vita all’«Altissimo Onnipotente Bon Signore», come direbbe, o esulterebbe, san Francesco d’Assisi nel suo Cantico delle creature.
Papa Francesco ci ricordò come pregare non sia come prendere un’Aspirina per sentirsi meglio e non sia neppure chiedere qualche cosa a Dio per ottenerlo. Questo è fare un negozio, spiega. Poi aggiunse che la preghiera è la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio.
Ma perché pregare? Che senso ha la preghiera se Dio conosce già il futuro e ha già il controllo di tutto? Se non possiamo far cambiare idea a Dio, perché dovremmo pregare?
Preghiamo perché siamo uomini che riconoscono la propria debolezza; perché quando siamo colti dalla sofferenza e dall’angoscia, tramite la preghiera, che è innanzitutto supplica e intercessione, richiesta di aiuto e di guarigione, riconosciamo in lei un’opportunità.
Credere o non credere in un Dio non fa differenza. È cosa che dipende solo dal nostro vivere, dal nostro pensare, dal nostro essere. Siamo esseri fragili e, comunque la sia pensi, cogliere la propria opportunità non è un male, piuttosto tutt’altro. Le anime che circondano Dante, ieri, come oggi, questo sono lì pronte a ricordarcelo.
RUSTICO FILIPPI E CECCO ANGIOLIERI – La poesia della quotidianità
S’i fosse foco, arderei ‘l mondo; s’i fosse vento, lo tempesterei; s’i fosse acqua i’ l’annegherei…
Questi versi di Cecco Angiolieri mettono proprio in evidenza una poesia critica, ironica e provocatoria contro tutto quello che rappresentava la sua epoca. Un ribelle che ribalta tutte le convenzioni morali e religiose della sua epoca. Ci piace per questo: un ribelle del XIII secolo! Volete saperne di piu’? Leggete l’articolo!
Sullo sfondo della società comunale toscana (secolo XIII) si sviluppa quella che possiamo definire una poesia di tono burlesco e parodistico, che fa da contraltare al raffinato intellettualismo del dolce stil novo.
I temi ed i sentimenti cantati sono i più elementari: il bisogno di denaro, la rabbia contro i rivali in amore e in politica, ecc.
Secondo il principio medioevale della congruenza fra il tema e lo stile, le scelte lessicali dei poeti burleschi sono comuni e triviali e contrappongono all’astrattezza della poesia illustre il gusto per la definizione concreta di nomi, oggetti, luoghi, circostanze. La sintassi è elementare e vicina al parlato.
A differenza degli stilnovisti, questi autori, che ci piace indicare come gli indignados del loro tempo, non costituiscono un gruppo compatto. La loro rozzezza è comunque solo apparente; si tratta, in realtà, di poeti colti e consapevoli, che sperimentano un altro tipo di scrittura e spesso si divertono a parodiare i loro contemporanei seri. Tra questi ricordiamo:
Rustico Filippi (attivo tra il 1260 e il 1290), considerato l’iniziatore della poesia comico realista in volgare, la cui produzione è costituita sia da sonetti aulici di stampo guittoniano, sia da sonetti comici. La sua specialità sono le invettive contro nemici reali o inventati di rude e grossolana violenza. |
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Qualche critico ha pensato che i personaggi da lui caricaturati siano avversari politici derisi e svergognati. Se così fosse con certezza, questo fatto rappresenterebbe un aspetto molto interessante della vita comunale e della lotta tra le fazioni fiorentine del tempo. Accanto a lui non possiamo non porre Cecco Angiolieri, nato a Siena nel 1260 circa e morto tra il 1311 e il 1313.
Sulla vita di questo autore possediamo solo scarne notizie, per lo più desunte dai suoi stessi versi. Nell’epoca in cui visse, la sua figura bizzarra e stravagante divenne leggendaria ed egli stesso, con molta probabilità, contribuì con compiacimento alla costruzione del suo mito. Ebbe moglie e figli, ma non fu né marito né padre esemplare.
Da documenti rimastici risulta che subì vari processi, fu allontanato da Siena e che morendo lasciò parecchi debiti.
È autore di un canzoniere abbastanza cospicuo, dove si rivela letterato abile e colto che sa scimmiottare beffardamente la lirica stilnovista alternando stile sublime e basso, piazzando le sue battute dopo un sapiente dosaggio degli effetti, passando dalle iperboli più paradossali alla quotidianità più comune (la sua S’ì fossi foco ne è l’esempio più famoso).
Guardando a loro due e ai molti altri del loro tempo che hanno percorso la loro stessa strada, ci risuona forte nella mente la parola quotidiano. Questo perché loro ci appaiono come poeti della quotidianità, un genere letterario che, secondo noi a torto, molti considerano minore nella nostra letteratura.
Nella realtà si tratta di una vera poesia del tempo, che ha sempre caratterizzato con forza e non ha mai abbandonato la nostra storia letteraria (si pensi, ad esempio alla poesia del grande e forse più famoso poeta domestico Giovanni Pascoli).
Non può essere altrimenti perché in fondo, in fondo, se ci pensiamo bene, la vita è fatta proprio di quotidianità ed è con la quotidianità che dobbiamo fare i conti ogni giorno.
Raccontare e condividere aiuta. Aiuta, non poche volte, anche a superare i momenti spesso più difficili della profonda solitudine.
Come al tempo di Rustico e Cecco, anche il nostro tempo vede poeti del quotidiano.
Assieme al Pascoli ricordiamo Nicola Manicardi, poeta modenese dallo stile lineare, tagliente, molto attivo sui social, che ha definito la sua poesia un’analisi del giorno, un commento del giorno; Antonio Rubino (memorabili rimangono le storie della sua indimenticabile Titina) del quale nell’Enciclopedia Treccani si legge che seppe rinnovare l’illustrazione e la letteratura per l’infanzia in Italia, immettendovi una carica di irriverente fantasia e cogliendo nel mondo infantile il gusto per la negazione dei ruoli e la disponibilità all’imprevisto; Emilia Villoresi, anche lei, come Rubino scrittrice e poetessa dell’infanzia; Umberto Saba, che la critica letteraria indica come il cantore della quotidianità (La capra; il Borgo; Trieste; Città vecchia; Amai, La tristezza, Ulisse, ecc.).
Potremmo citarne tanti altri. Il nostro finale rimarrebbe comunque invariato.
Questo racconta che la letteratura del quotidiano è una pagina importantissima del tempo che sa andare oltre il tempo, al punto che saperla cogliere e leggere può aiutare non poco anche a comprendere meglio il mondo nel quale viviamo e operiamo.
Si legge nella menzione del premio Nobel per la letteratura assegnato nel 1996 alla scrittrice polacca Wisława Szymborska, che ha saputo portare la poesia del quotidiano nell’olimpo letterario:
«… per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà Il mondo, qualunque cosa noi ne pensiamo, spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza di fronte a esso, amareggiati dalla sua indifferenza alle sofferenze individuali…esso è stupefacente» ha spiegato lei agli accademici che la premiavano, raccontando la sua poesia. Non possiamo che condividere.
UN INCONTRO CON LA CONTEMPORANEITÀ
Questo mese vi raccontiamo di: CESARE MARCHI, lo scrittore che raccontò l’Italia con ironia e cultura (Franco Romanini)
Due anni or sono, dovendo sgomberare un appartamento di proprietà familiare a Verona, città in cui sono vissuto negli anni della mia gioventù e ben oltre, vi ritrovai quella quantità importante di libri collezionati nel tempo da mio padre Luciano, mancato alcuni anni or sono. Io, come lui, proveniamo dal mondo dell’editoria e della stampa, pertanto i libri io non li alienai, bensì li destinai tutti a scopi benefici e culturali. Tutti tranne uno: il primo libro che l’autore scrisse e di cui egli donò una copia a mio padre in nome della loro amicizia e per l’amore per la lingua italiana che li accumunava.
Quel libro, che ho portato qui a Cipro, e le cui pagine sono ormai ingiallite, è “Impariamo l’Italiano e quell’autore è Cesare Marchi
Nato a Villafranca (VR) il 1° dicembre 1922, Cesare Marchi è stato un brillante scrittore, giornalista ed insegnante, noto per la sua capacità di combinare rigore linguistico, erudizione storica e umorismo raffinato.
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Personaggio colto e arguto, ha saputo conquistare migliaia di lettori con uno stile limpido e accattivante, portando al grande pubblico riflessioni sull’identità italiana, sulla lingua e sul
costume.
Laureatosi in lettere all’Università di Padova, dopo la laurea Marchi intraprese l’insegnamento nelle scuole superiori, attività che svolse con passione e dedizione. Il suo amore per la lingua italiana lo accompagnò sempre, divenendo uno dei fili conduttori della sua carriera successiva. Il suo amore per la lingua italiana lo accompagnò sempre, divenendo uno dei fili conduttori della sua carriera successiva.
La carriera giornalistica
Negli anni sessanta Marchi entrò nel mondo del giornalismo, lavorando per il quotidiano Il Resto del Carlino e in seguito per Il Giornale di Indro Montanelli.
Fu proprio grazie a Montanelli che Marchi ebbe maggiore visibilità, pubblicando articoli d’opinione che si distinguevano per stile personale, ironia pungente e profondità culturale.
L’attività di scrittore
Il grande successo di pubblico arrivò negli anni Ottanta con una serie di libri che univano divulgazione storica e riflessione sulla società italiana. Il primo ed il più celebre fu Impariamo l’italiano (1984), un best-seller con cui l’autore ha affrontato in modo leggero ma rigoroso le insidie della lingua italiana. La prima di 5 edizioni vendette più di 300.000 copie. |
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A seguire Marchi pubblicò titoli altrettanto apprezzati come:
- Quando siamo a Roma (1985) – un viaggio nella romanità antica e moderna, tra storia, costume e aneddoti;
- Italiani, si rimane (1986) – un’esplorazione dell’identità italiana tra pregi e difetti;
- Viva l’Italia! (1987) – un inno ironico ma affettuoso omaggio alla storia e alla cultura del Paese;
- Cara Italia, ti scrivo (1988) – raccolta di lettere immaginarie all’Italia che diventano spunti di riflessione su difetti e virtù del Paese;
- Gente di poca fede (1989) – un’esplorazione, sempre in chiave ironica, del rapporto tra gli italiani e la religione.
- Ci siamo tanto odiati (1990) – analisi storica e culturale dei contrasti tra Nord e Sud in Italia;
- Il soldato italiano (1991) – ritratto umano e storico del militare italiano, tra coraggio, stereotipi e realtà;
- La mia Londra (1992) – diario personale e osservazioni sull’esperienza dell’autore nella capitale britannica;
- A Milano con l’autore (1992) – un omaggio alla città di Milano, raccontata con ironia e affetto.
Questi libri, spesso considerati esempi di saggistica umoristica, riuscivano a trattare argomenti complessi in modo accessibile, coinvolgendo anche lettori non specialisti.
L’eredità culturale
Cesare Marchi è ricordato per aver reso la cultura italiana – in particolare lalingua, la storia e le tradizioni – materia viva e appassionante.
Il suo lavoro ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della correttezza linguistica, dell’identità nazionale e della memoria storica.
Cesare Marchi venne a mancare il 21 novembre 1992.
Lui però rimane oltre la morte, perché ancor oggi le sue opere continuano a essere lette e apprezzate, soprattutto da insegnanti, studenti e appassionati della lingua italiana.
(Ndr) Del suo volume Impariamo l’italiano io conservo a Cipro una copia, ormai ingiallita, della prima edizione. L’autore ne fece omaggio a mio padre Luciano, per amicizia e per l’amore per la lingua italiana che li accumunava.
LA VIGNETTA
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Riflettere sulla pace con i bambini permette sicuramente a tutti di arricchirsi, perché parlare di pace con i più piccoli significa, come ha scritto qualcuno, far emergere la loro meravigliosa capacità di cogliere la bellezza del mondo e di nutrire quell’innocente desiderio di armonia che li contraddistingue.
La pace non è solo l’assenza di guerre, ma un sentimento profondo di rispetto reciproco, di comprensione e di solidarietà.
Solo attraverso il dialogo, la collaborazione e il rispetto delle diversità possiamo sperare di costruire un futuro migliore per tutti.
Nelle vignette che vi proponiamo, tratte dal web, ecco come i bambini ci parlano della pace.
La poesia “È ferragosto” di Thomas Gregoriou
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Thomas Gregoriou è uno studente della nostra Associazione, appassionato di música, letteratura e di lingua italiana. Accompagna le nostre attività con entusiasmo ed ogni volta che lo incontriamo…il suo italiano e’ migliore. Thomas ha un’altra passione : la poesía! Non è facile scrivere in versi in una lingua che non e’ quella nativa ma Thomas lo fa con entusiasmo, coglie l’essenza delle sensazioni e le descrive in rima. Anche se ferragosto e’ passato da qualche giorno, vale la pena leggere i suoi versi. Grazie Thomas! (C. Ballarino) |
È Ferragosto
sotto il sole caldo
di una giornata d’agosto
tra le tue braccia trovo la tranquillità
qui trovo il mio posto.
È il posto
che ho sempre voluto trovare
per stare con te
sotto un ombrellone al mare.
È Ferragosto
la giornata della nostra Signora
È Ferragosto
la giornata in cui nessuno lavora.
Sotto un ombrellone al mare
il sole ci riempie di gioia;
Quando sono con te
non c’è mai noia.
Mano nella mano
andiamo a fare una passeggiata
In riva al mare, la giornata con te
è sempre soleggiata.
Spero che saremo qui,
nello stesso posto,
sotto il sole caldo
il prossimo Ferragosto.
(Thomas Gregoriou, agosto 2024)
PILLOLE DI STORIA
GALILEO GALILEI
Infiniti altri astri si trovano nelle costellazioni anticamente dette nebulose, i quali a milioni si scoprono nell’universo, invisibili ad occhio nudo (G. Galilei).
Nel mese di agosto sono accaduti fatti, recenti e antichi, che hanno avuto una rilevanza fondamentale per tutte le generazioni che si sono susseguite.
il 21 Agosto del 1609, Galileo Galilei, matematico fisico e astronomo pisano, presenta al Senato della Repubblica di Venezia, uno strano strumento, costruito con lenti molate a mano, montate in un tubo di legno…o forse di metallo che avrebbe cambiato il corso degli studi della scienza e dell’astronomia: il telescopio.
Galilei non ne fu l’inventore ma si dice che era venuto a sapere che un certo Hans Lippershey, nel 1608 in Olanda, aveva scoperto che mettendo due lenti diverse, ad una distanza giusta, era possibile vedere immagini ingrandite. Ne rimase talmente affascinato che studiò a fondo lo strumento e ne migliorò in breve tempo le prestazioni.
Un anno dopo, la prima presentazione del telescopio avvenne in cima al campanile di San Marco, a Venezia, dove l’astronomo, insieme ai senatori, si era arrampicato.
Insieme puntarono lo strumento verso sud e videro arrivare, con anticipo di ore rispetto alla rilevazione ad occhio nudo, le navi da carico provenienti da Chioggia.
I senatori capirono immediatamente la portata strategica di questo strumento e Galilei venne ricompensato con un aumento di stipendio e la nomina, a vita, di professore presso l’Università di Padova.
Ma la vera portata della scoperte doveva ancora manifestarsi… negli anni successivi, Galilei puntò lo strumento verso il cielo e fece scoperte che cambiarono per sempre la visione del cosmo.
La superficie montuosa della luna, la via lattea composta da migliaia di stelle invisibili ad occhio nudo, la scoperta dei 4 satelliti principali di Giove.
Forse però la scoperta che Venere aveva dei cicli in fasi come la luna e che quindi per forza doveva rotare intorno al sole, fece crollare la teoria della terra al centro dell’universo.
Iniziarono anni di inquisizione e di persecuzione…ma questa è un’altra storia! (C. Ballarino)
DA CIPRO E DALL’ITALIA
NOTIZIE DA CIPRO
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Vivere a Cipro pensando all’Italia…notizie utili per chi vive a Cipro pensando all’Italia! |
Lo Yellow slip
Cos’è uno Yellow Slip
Com’è certamente noto a tutti, i cittadini dell’UE hanno il diritto di circolare liberamente all’interno della Comunità Europea e di vivere in qualsiasi Stato membro, ai sensi dell’articolo 21 del trattato sul funzionamento dell’Unione.
I cittadini UE e SEE che vogliono lavorare, soggiornare o visitare Cipro per più di 3 mesi devono richiedere un permesso di soggiorno. I cittadini UE devono richiedere un certificato di registrazione, noto comunemente, perché stampato su carta gialla, con il nome di Yellow Slip.
Chi necessita dello Yellow Slip
- Cittadini dell’UE che si trasferiscono a Cipro per lavoro, studio o residenza permanente.
- Familiari di cittadini dell’UE, compresi coniugi e figli.
- Familiari extracomunitari che accompagnano o raggiungono un cittadino dell’UE residente a Cipro.
Quale modulo (MEU) devo compilare per ottenere lo Yellow Slip
Il tipo di domanda e i moduli sono diversi a seconda si sia o meno cittadini dell’Unione Europea.
Per ottenere il giusto modello è sufficiente recarsi presso locali Comandi di Polizia (Ufficio Immigrazione) segnalando il proprio caso. I documenti da presentare saranno indicati dagli uffici e sono riportati anche nei singoli modelli di domanda.
Uno sguardo ai criteri di ammissibilità per i cittadini dell’UE e loro familiari
Il Cyprus Yellow Slip è disponibile per i cittadini dell’Unione Europea e i loro familiari che desiderano risiedere a Cipro. Per essere idonei a ottenerlo, i cittadini dell’UE devono possedere un passaporto o una carta d’identità in corso di validità e dimostrare la loro intenzione di risiedere a Cipro. Devono altresì dimostrare di godere di un reddito continuativo nonché di disporre di un alloggio di proprietà o con contratto di locazione con firme asseverate.
Anche i familiari dei cittadini dell’UE, inclusi coniugi, figli di età inferiore ai 21 anni e parenti a carico, possono richiedere il Yellow Slip. Dovranno fornire la prova della loro relazione con cittadini dell’UE e dimostrare di dipendere economicamente da essi.
I vantaggi dello Yellow Slip
Il documento consente:
- ai cittadini dell’UE di risiedere legalmente a Cipro per più di tre mesi, garantendo un diritto di soggiorno simile a quello dei cittadini ciprioti;
- poter lavorare senza aver bisogno di ulteriori permessi di lavoro, facilitando così un impiego senza interruzioni;
- registrarsi al GESY, il sistema sanitario nazionale di Cipro, che fornisce servizi sanitari completi;
- l’iscrizione a scuole e università, garantendo opportunità educative a bambini e adulti;
- l’apertura, là dove il certificato è richiesto, di conti bancari e/o il completamento di formalità e processi burocratici;
- ai familiari extracomunitari di acquisire e godere dei diritti di residenza, garantendo l’unità familiare con un’unica domanda.
Validità dello Yellow Slip
- Per cittadini U.E.
Il MEU1 non scade e rimane valido a tempo indeterminato. Dopo cinque anni consecutivi a Cipro, i cittadini dell’UE possono richiedere un permesso di soggiorno permanente utilizzando il modulo MEU3.
- Per familiari extraeuropei di cittadini dell’UE.
Il modulo MEU2 ha validità di 5 anni ed è rinnovabile alla scadenza.
I titolari di MEU2 possono lavorare o svolgere un’attività autonoma a Cipro, richiedendo un aggiornamento del permesso tramite una nuova domanda. È possibile soggiornare e rientrare a Cipro a condizione che si viaggi portando con sé la ricevuta di presentazione della domanda MEU.
La residenza permanente
È disponibile per i cittadini dell’UE e i loro familiari dopo aver vissuto a Cipro per 5 anni.
Le domande vengono presentate localmente, ma vengono inoltrate ed elaborate dal CRMD di Nicosia.
Il documento rilasciato (6/7 mesi di attesa) è valido a tempo indeterminato, sebbene assenze superiori a sei mesi in un anno possano influire sullo stato. Le eccezioni includono il servizio militare e assenze fino a 12 mesi per motivi importanti. Questi includono la gravidanza, una grave malattia, studio o formazione professionale. L’assenza superiore a due anni consecutivi può comportare la perdita dei diritti di residenza permanente.
Tasse governative di Cipro
Per il primo rilascio di uno Yellow Slip o per il suo rinnovo è prevista una tariffa standard di 20 € per ogni membro della famiglia.
Note:
Lo Yellow Slip contiene il tuo numero ARC., o numero della Alien Registration Card, che è utilizzato per l’identificazione in varie situazioni, come gli appuntamenti dal medico e altri processi ufficiali a Cipro.
Nel prossimo numero:
Proveremo a guidarvi verso l’ottenimento della cosiddetta “Carta bianca” (tesserino necessario per completare l’iscrizione al sistema sanitario) e l’iscrizione alla GESY.
NOTIZIE DALL’ITALIA
La TEAM – Tessera Europea Assistenza Malattia –
Questo documento, integrato nella tessera sanitaria – parte retro -, è necessario per poter usufruire delle prestazioni sanitarie all’estero, secondo le normative vigenti nei singoli Paesi.
Può essere utilizzata nell’Unione Europea, in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera.
La TEAM è rilasciata a:
- cittadini italiani, iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, residenti in Italia;
- cittadini comunitari e stranieri, iscritti al Servizio Sanitario Nazionale e non a carico di Istituzioni estere;
- lavoratori con contratto di diritto italiano iscritti all’Anagrafe italiani Residenti all’Estero (AIRE) e distaccati all’estero;
- studenti, titolari di modello E106 o S1, iscritti all’AIRE;
- pensionati e loro familiari, in possesso di un modello E121 o S1;
- familiari di lavoratori che risiedono in un Paese diverso da quello del capofamiglia, in possesso di modello E109 o S1.
Per gli iscritti all’AIRE (pensionati) ricordiamo che la TEAM viene rilasciata dalla propria ASL, a richiesta (anche per via telematica) in forma cartacea.
Per ottenere le prestazioni bisogna recarsi presso un medico o una struttura sanitaria pubblica o convenzionata ed esibire la TEAM, che dà diritto a ricevere le cure alle stesse condizioni degli assistiti del Paese in cui ci si trova.
L’assistenza è in forma diretta e pertanto nulla è dovuto, ad eccezione del pagamento di un eventuale ticket.
Ricordiamo che in Svizzera e in Francia (dove vige un sistema basato sull’assistenza in forma indiretta), il più delle volte viene richiesto il pagamento delle prestazioni.
Il rimborso (eccetto il ticket) può essere richiesto direttamente sul posto all’istituzione competente (alla LAMal per la Svizzera ed alla CPAM competente per la Francia).
Se ciò non è possibile farlo, il rimborso potrà essere richiesto alla ASL al rientro in Italia presentando le ricevute e la documentazione sanitaria.
Per maggiori informazioni sul rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero é possibile accedere al sito del Ministero della Salute alla voce rimborso spese sanitarie sostenute all’estero.
Un’attenzione particolare va rivolta alle cure programmate, perché non è possibile utilizzare la TEAM per cure di altissima specializzazione all’estero (cure programmate), per le quali è necessaria l’autorizzazione preventiva da parte della ASL.
La TEAM ha validità sei anni, eccetto diversa indicazione da parte della Regione/ASL di appartenenza (Decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 25 febbraio 2010, che aggiorna il Decreto dell’11 marzo 2004).
In prossimità della scadenza, l’Agenzia delle entrate provvederà automaticamente ad inviare la nuova tessera.
Per gli iscritti AIRE (pensionati) che godono di TEAM in forma cartacea provvisoria (il normale tesserino sanitario azzurro /blu non è più valido per loro) la validità del documento è di sei mesi.
Nei casi sotto riportati è possibile richiedere alla propria ASL un certificato sostitutivo della TEAM:
- furto o smarrimento, se la tessera è stata già ricevuta, presentando copia della relativa denuncia
- partenza in tempi troppo brevi per poter ottenere la tessera, se non è stata ancora ricevuta.
In quest’ultimo caso, l’Ufficio dell’Agenzia delle entrate ha previsto la possibilità per le ASL di richiedere on-line la tessera per gli assistiti che ne facciano richiesta.
Dalla data della richiesta occorreranno circa 30 giorni per riceverla.
È sempre possibile, da parte delle ASL, rilasciare un certificato sostitutivo provvisorio compilato a mano.
- dati anagrafici riportati sulla TEAM errati.
Ci si può rivolgere a un qualsiasi Ufficio dell’Agenzia delle entrate per chiederne la correzione.
Allo stesso modo, in caso di smarrimento o furto, si potrà richiederne un duplicato (il Ministero della Salute non ha alcuna competenza nell’emissione e distribuzione della TEAM).
Nota per i pensionati AIRE: se non si gode di pensione italiana, l’assistenza in Italia può essere richiesta alla propria ASL, che rilascerà apposito documento, per un massimo di 90 giorni.
Se si gode di pensione in Italia sarà possibile utilizzare la TEAM in corso di validità accedendo al pronto soccorso (prestazione urgente sia con codice bianco che ulteriori) pagando solo i dovuti tickets.
Pagando il dovuto ticket si può accedere a un qualsiasi medico di base.
POLIZZE ASSICURAZIONI – Attenzione alle truffe online
Con l’avvento del digitale e di internet ha preso sempre più piede il ricorso alle polizze assicurative sottoscritte online.
Un sistema, questo, che secondo l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) si presta molto alla truffa. |
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Per questo motivo diviene fondamentale verificare la legittimità e la legalità del sito e dell’intermediario che propone le polizze.
Oggi è possibile farlo presso IVASS, che avendo stilato un elenco dei siti truffa è in grado di fornirci tutte le informazioni di cui necessitiamo.
È utile qui ricordare che nel settore assicurativo nessuno regala niente e che pertanto è sempre meglio non agire d’istinto e valutare per bene ogni offerta pervenutaci.
Farlo non è così difficile.
Prima di sottoscrivere una polizza online ricordiamo di fare sempre le opportune ricerche sulla compagnia o sugli intermediari, ai quali si può richiedere di indicarci, per poi controllare, il codice RUI (Registro Unico degli Intermediari assicurativi).
Verifiche è bene farle anche sui dati di contatto, l’indirizzo fisico, la disponibilità o meno di partita IVA, l’autorizzazione a operare nel nostro Paese.
Poche regole, quelle sopra descritte, che possono però evitarci di dover cadere dalle nuvole, nel caso di incidente o richieste di rimborso danni, di fronte alla comunicazione che la nostra assicurazione non è valida perché, nella realtà, non esiste.
VIAGGI E ESCURSIONI
HANOI – Fascino e sogni in una città dai mille volti
Ci sono luoghi che incuriosiscono, attraggono in maniera inspiegabile la nostra mente. Sono posti cosi’ lontani che forse non visiteremo mai o forse avremo la fortuna di vedere, una sola volta nella vita, dopo estenuanti ore di volo.
Viaggiate con noi…comodamente seduti in poltrona, non ve ne pentirete! Visiteremo insieme la Terra del Sud (Viet significa terra e Nam significa meridione, sud..)
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Il Vietnam è un paese del sud est asiatico situato all’estremità orientale della penisola indocinese.
È famoso per le pagode buddiste, il legname, i fiumi (ricordiamo il Mekong a sud e il Rosso a nord), le splendide spiagge, i 30 parchi naturali istituiti per proteggere i suoi animali, molti dei quali, come il pesce gatto gigante, la tigre indocinese, l’antilope di Saola, il rinoceronte di Sumatra, davvero molto rari.
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La sua capitale è Hanoi, termine che nella lingua vietnamita significa città sull’ansa del fiume.
elegante, attraversata dal fiume Rosso, la città è caratterizzata dall’inconfondibile stile coloniale francese, specchi d’acqua e viali alberati.
Una delle sue cose più affascinanti, anche se ciò può sembrare strano, è il traffico, per lo più motocicli che creano un muro di moto senza regole, né giurisdizione e non è raro ti facciano venire la voglia di mescolarti a loro, magari in sella ad una Vespa, motociclo tra i più amati del Paese.
La città ha origini antiche: risale al 3000 a.C.
Di lei, però, si inizia a conoscere bene soprattutto a partire dal 1010, quando l’imperatore Ly Thai To la proclamò capitale del suo regno.
Di questo periodo storico tracce sono tuttora presenti nel suo quartiere vecchio (Phố cổ Hà Nội), che si può raggiungere con una piacevole camminata lungo il lago Hoan Kiem, attraverso Cau Go.
Conquistata dai cinesi della dinastia Ming nel 1408, Hanoi riacquistò la libertà vent’anni più tardi.
A renderla di nuovo libera fu Le Loi, ancor oggi considerato il più importante eroe nazionale vietnamita del periodo medievale.
Dominata nei secoli successivi da dinastie vietnamite, Hanoi, nel 1873, venne occupata dai francesi che la elevarono al rango di capitale dell’Indocina.
Nel corso della seconda guerra mondiale furono i giapponesi a farla propria.
La tennero fino al 1945.
È questo anche l’anno in cui Ho Chi Min proclama l’indipendenza del Vietnam, del quale la città è elevata a capitale, rango che non perderà nemmeno dopo la fine della guerra che dal 1964 al 1976 insanguinò il Paese, allora diviso tra Vietnam del Nord e del Sud.
Il cuore pulsante della città è il suo centro storico con la sua vita frenetica.
Il quartiere, che se si vuole viverlo fino in fondo è consigliabile visitare a piedi, è composto da 36 vie antiche, suddivise e denominate in base ai mestieri artigianali in esse praticati in passato e oggi.
Anima eterna dell’architettura culturale della città, la città vecchia di Hanoi offre di tutto, sia dal punto di vista storico-artistico che in termini di divertimento e shopping. |
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Qui puoi ammirare il mercato di Dong Xuan, fondato all’inizio del XX secolo, il più grande mercato coperto di Hanoi; l’antico tempio Bach Ma (Cavallo Bianco), situato al 76 di Hang Buom, uno dei quattro templi sacri dedicati agli dei che custodivano le quattro principali direzioni dell’antica cittadella di Thang Long; la bellissima Hang Ma Street, strada di lanterne e decorazioni di carta; il tempio Ly Quoc Su, eretto nel 1131 durante la dinastia Ly e quello di Dong Huong.
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Qui, magari dopo aver fatto un giretto in Hang Bac Street (Jewelry Street), la strada dei negozi dell’oro e dell’argento, è possibile fermarsi a sognare in uno dei molti piccoli ristoranti e bar di Ta Hien, davanti ad un gustoso pho, il piatto nazionale vietnamita, una zuppa di noodles, simile al ramen, che viene preparata con carne, verdure, erbe aromatiche, e germogli di soia. |
Riprendere il cammino dopo aver assaggiato la cucina locale, aiuterà non poco a proseguire il giro di una città che sa attirare ed offrire in ogni suo angolo più remoto e che non si può assolutamente lasciare senza aver lanciato uno sguardo al ponte dalle molte vite (Long Bien), quello che durante la guerra del Vietnam ogni volta che veniva distrutto rinasceva a nuova vita, che costruito tra il 1888 e il 1902 porta la stessa firma della Torre Eiffel.
E ancora, non si può lasciare Hanoi senza aver visitato il Mausoleo di Ho Chi Min, tappa obbligatoria, per comprendere al meglio il Vietnam; senza aver ammirato la pagoda Tran Quoc, la più antica della città, il Tempio delle Donne vietnamite, contenente tutto ciò che riguarda le donne, dalla vita nelle comunità locali ai lavori artigianali, dai costumi alle tradizioni culturali legate all’universo femminile, il Museo della Rivoluzione, meta imperdibile per gli amanti di storia moderna e Il tempio della letteratura, un complesso religioso costruito nel 1071. | ![]() |
E certamente non si può lasciare Hanoi senza aver fatto un giretto in un cyclo, tipico mezzo di trasporto a pedali in cui il viaggiatore si siede nella parte posteriore.
Comparsi nel 1939, sopravvissuti, tra alti e bassi, per più di settant’anni, questi mezzi di trasporto sono oggi utilizzati dai soli turisti.
Per dare uno sguardo d’insieme alla città e godersi una chiacchierata in francese o inglese con il ciclista, che potrebbe rivelarsi un’ottima fonte di notizie e informazioni, sono mezzi davvero unici.
E se dopo tanto girare e ammirare lungo le vie e i quartieri della città dai molti nomi (Tong Bình, Thang Long, Dong Kinh, Long Do, Dai La), così è anche nota Hanoi, sentiste il bisogno di un caffè, allora ricordatevi che siete davvero nel posto giusto.
Entrate in una delle tante caffetterie cittadine e ordinate un cà phe phin.
E’ il tipico caffè vietnamita, composto da chicchi di Robusta, che contengono il doppio della caffeina che si trova nei chicchi di Arabica.
Perdersi e sognare, magari avvolti nel fascino crepuscolare di uno dei meravigliosi tramonti che la città regala, sarà questione solo di attimi.
NOTA PER IL LETTORE
Questo bollettino vorremmo costruirlo assieme a te.
Inviaci le tue idee, lettere e proposte entro il giorno 12 di ogni mese all’indirizzo mail:
Qui troverai sicuramente spazio.
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